Grazie all’associazione Euromediterranea, fondata tra Lodi e Crema da Marco Baratto, scopriamo perché il Marocco non si è fatto travolgere dal vento delle rivolte del Nord Africa

 Grazie all’associazione Euromediterranea, fondata tra Lodi e Crema da Marco Baratto, scopriamo perché il Marocco non si è fatto travolgere dal vento delle rivolte del Nord Africa Crema - Perché nella rivolta dell’Africa mediterranea non è caduto il Marocco? Ce lo spiega Marco Baratto, presidente dell’Associazione culturale Euromediterranea, gruppo nato da qualche anno a cavallo tra Lodi e Crema.

Approfondire i temi dell’Africa
“Si”, spiega Baratto, “l’associazione è stata fondata da me nel 2008 con lo scopo di conoscere e far conoscere le Nazioni ed i Popoli che si affacciano su questo straordinario mare che è il mediterraneo. Un mare che ha sempre messo in contatto popoli, culture e religioni. Come associazione abbiamo promosso diversi incontri e conferenze dedicate appunto ad approfondire diversi temi legati proprio alle nazioni che si affacciano sul mediterraneo”.

Il referendum marocchino
Adesso l’associazione sta muovendosi per promuovere anche sul territorio locale il referendum a cui sono chiamati i cittadini marocchini, una consultazione che dovrà sanzionare, con il voto popolare la nuova costituzione del Regno. Un testo che rappresenta un importante tassello nel processo di riforme avviato da re Mohammed VI. Una delle tante riforma di un sovrano molto amato dalla popolazione dalla riforma al Diritto di familgia che ha dato una definizione corretta non solo dei diritti delle donne ma, anche dei rapporti all’interno del nucleo famigliare, all’ampia riforma delle collettività locali che di fatto porterà a creare un’ampia decentralizzazione salvaguardando l’unità nazionale.

Ma questo referendum è importante anche per i residenti al’estero?
“Sì - prosegue Baratto - anche per coloro che sono all’estero, in quanto segna un ulteriore passo verso una Nazione molto più aperta non solo dal punto di vista politico ma, anche sociale, culturale ed economico. Sua Maestà Mohammed VI sin dalla sua ascesa al trono ha lanciato una serie di riforme e aperture che, per certi versi hanno anticipato la “primavera araba” che ha rivoluzionato la sponda meridionale del Mediterraneo. Riforme sul piano sociale come il nuovo diritto di famiglia, la decentralizzazione e ora una serie di riforme sulla architettura dello Stato che, ancora una volta fanno del Marocco un'avanguardia nella regione. Ai marocchini che risiedono all’estero oltre all’orgoglio di essere una delle Nazioni sicuramente più stabili dell’area va anche il compito di rappresentare e presentare il loro Paese che d’ora in avanti diventerà ancora più interessante anche agli investitori stranieri e in questo modo capace di risolvere problemi anche sul versante economico. Uno Stato stabile e maggiormente democratico può essere una valida alternativa all’emigrazione”.

Cinquemila in provincia
E’ una comunità importante quella marocchina in Italia, quasi 45 mila persone al 31 dicembre del 2009, seconda solo a quella Albanese. Nella nostra provincia sono quasi 5 mila, molti dei quali hanno rapporti con l’associazione presieduta da Baratto. Milanese, classe 1974 è laureato in Legge presso l’università cattolica di Milano. Per dieci anni è stato presidente della Biblioteca Comunale di Mulazzano. Nel 2009 ha fondato l’Associazione Lodigiana per lo Studio del Risorgimento e dal 2010 è membro dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano ricoprendo la carica di Commissario Straordinario per il Lodigiano.
di Antonio Margheriti
Fonte : CREMAONLINE