CAVOUR E L'IDEA DI DIALOGO TRA I POPOLI

Il 10 Agosto cade l’anniversario della nascita di Cavour, probabilmente , non avrebbe gradito che in occasione del secondo centenario della nascita si spendessero troppe parole e soprattutto troppi elogi . Sicuramente non avrebbe gradito che gli si ricordasse Il suo senso del dovere , la sua concezione della politica come strumento per il bene comune e non , come strumento per raggiungere interessi – più o meno leciti – di parte o personali, la passione e il suo concetto di “Nazione” come un entità da servire in modo disinteressato. Probabilmente , avrebbe passato questo giorno, come molti altri , vale a dire sul posto di lavoro, pronto e aperto ad introdurre tutte quelle riforme che avrebbero potuto non solo accrescere la ricchezza dello Stato cosciente che accrescendo la ricchezza della Nazione si sarebbero elevato il tenore di vita dell’intera collettività. Da buon liberale , rifuggiva ogni forma di visione massimalista o integralista , riconoscendo alla religione una funzione importante dal punto di vista etico nell’educazione e nella formazione delle coscienze. Cavour non è solo l’artefice del Risorgimento italiano ma fu un grande riformatore che seppe dare impulso agli Stati Sardi. Già nel 1842 promosse la costituzione dell’Associazione Agraria che che si proponeva di promuovere le migliori tecniche e politiche agrarie, per mezzo anche di una Gazzetta . Cavour, impegnassimo nell’attività di gestione soprattutto della sua tenuta iniziò un’attività di miglioramenti nei settori dell’allevamento e dell’uso di macchine agricole , triplicando, in poco tempo le rese dei terreni. Convinto assertore del principio secondo cui “Il Risorgimento politico di una nazione non va mai disgiunto dal suo risorgimento economico" e molta parte della sua attività politica seguirà questo indirizzo , basti pensare all’importante attività diretta non solo a sistemare le finanze del Regno uscito indebolito dopo la I guerra d’indipendenza, ma a far passare in Parlamento una serie di trattati commerciali con il Belgio, l'Inghilterra, l'Olanda, la Svizzera e la Francia che permettono di inserire il piccolo Stato Piemontese nell'ambito più vasto della politica europea, unico modo questo per non restare chiusi in un provincialismo regionale e per fare del Piemonte lo stato “guida” della causa italiana.
Da buon liberale fu grande difensore di tutte le popolazioni che anelavo a divenire Nazioni, Come difensore del principio di laicità dello Stato, fu convinto sostenitore della libertà di culto, come massima espressione per un individuo di poter esercitare, all’interno delle regole della libera e civile convivenza, ogni forma di credenza.
Per questi grandi visioni, sarebbe opportuno riscoprire la grandezza del pensiero di Cavour e il suo grande legato , quello di Italia, di una Europa dove i principi di libertà, eguaglianza e fratellanza non solo abbiano cittadinanza ma siano valori riconosciuti e condivisi

Dott. Marco Baratto