LA CULTURA AMAZIGH COME “PONTE” TRA IL NORD E IL SUD DEL MEDITERRANEO

In questi giorni, dove la situazione in Libia è ritornata all’attenzione dell’opinione pubblica, si è spesso parlato del ruolo delle tribù berbere  e del loro ruolo in quella crisi. Purtroppo come spesso accade  l’uso di un termine che definisce un popolo è viziato dalla storia dei Paesi. Cosi accade per i “berberi” Il nome berbero deriva dal francese berbère, che a sua volta riproduce la parola araba barbar, che probabilmente non fa che continuare la parola greco-romana barbaro, quindi non solo risulta impreciso ma anche scorretto soprattutto se rinfierito e anche perpetuato oggi dove, la necessita di approfondire le culture della sponda sud del mediterraneo e la necessità di avviare un vero processo di dialogo con questi popoli appare ancora più una necessità. Per questo, e soprattutto per il suo ruolo di cultura “ponte” tra il nord e il sud del mediterraneo la cultura Amazing (come più correttamente va indicata la cultura Berbera) può essere non solo importante per noi europei conoscerla ma, sicuramente  è una delle culture che va conosciuta proprio per il suo ruolo nel dialogo tra le civiltà.

Il Popolo Amazingh è molto antico, infatti, già testi egizi ne attestano l’esistenza in quelli che oggi sono i Paesi della sponda sud del Mediterraneo. Nel corso dei secoli, da questa cultura e da questo popolo vennero personaggio di prim’ordine sia appratenti alla religioni cristiana sia di religione islamica. In ambito cristiano,  provenivano dalla cultura Amazingh, i Santi Vittore e Narbore, Sant’Agostino, Santa Monica. Di cultura Amazingh furono anche i Pontefici Vittore I, Melchiade, Gelasio I e Milziade.  Nel ambito islamico , occorre ricordare Yūsuf Ibn Tāshfī  (fondatore della dinastia Almoravide) oppure il grande esploratore marocchino Ibn Baṭṭūṭa e molti dei califfi almoravidi dell’Andalusia mussulmana.

Proprio la grande varietà della cultura Amazingh e la sua vocazione aperta e tollerante premise che la Spagna Almoravide, fu un luogo nel quale le culture ebraiche, cristiane e islamiche non solo potessero vivere tra loro ma, permettere la creazione di una grande periodo di civiltà per l’itera Europa. Un periodo di civiltà e convivenza  tra popoli e religioni diverse che sarebbe il caso di riscoprire e rilanciare nella società di oggi



Marco Baratto
Associazione Culturale Euromediterranea